IL CAFFE' FILOSOFICO
Il caffè filosofico è un luogo reale o ideale di incontro, in cui i presenti adottano come forma di intrattenimento la discussione intorno ad un tema, esercitando le proprie capacità critiche e per il solo gusto di sapere.
Con caffè filosofico si intende la discussione, anche da parte di chi non ha una formazione filosofica, di temi che di solito si situano ai margini della riflessione filosofica e che tuttavia possiedono una certa rilevanza per capire il nostro modo di vita e il nostro modo di pensare.
Sono anche propri del caffè filosofico temi che di per sé non sono filosofici e che lo diventano, semplicemente per il fatto di essere pensati e discussi in un certo modo.
Caratteristica del caffè filosofico è di non essere una conferenza o una lezione, e di non avere dei veri e propri relatori. Una volta introdotto il tema, protagonisti saranno gli stessi partecipanti che intervengono nella discussione, esprimendo le loro idee.
INVITO
IL CAFFÈ FILOSOFICO
Domenica 22 aprile 2018
I LEGAMI UMANI NELLA SOCIETÀ LIQUIDA
«Interruzione, incoerenza, sorpresa sono le normali condizioni della nostra vita. Sono diventate finanche dei bisogni reali per tante persone le cui menti non sono più nutrite [...] da
nient’altro che mutamenti repentini e sempre nuovi stimoli [...].
Non riusciamo più a sopportare nulla che duri.
Non sappiamo più come mettere a frutto la noia. L’intera questione si riduce dunque a questo: può la mente umana dominare ciò che ha creato?» (P. Valéry).
La nostra situazione odierna - osserva Bauman - nasce dalla radicale opera di abbattimento di tutti gli impedimenti e ostacoli a torto o a ragione sospettati di limitare le libertà individuale di
scegliere e agire.
Gioco e cultura.
Caffè Filosofico del 28 febbraio 2018.
Mettersi in gioco come propedeutica alla filosofia.
«Socrate – Il filosofo scriverà per gioco. E quando gli altri si dedicherano ad altri giochi, passando il loro tempo nei simposi, o in altri piaceri simili a questi egli allora, come sembra, invece che in quelli passera la sua vita dilettandosi nelle cose che io dico.
Fedro – Ed è un gioco molto bello, o Socrate, in confronto dell’altro, che non vale nulla, questo di chi è capace di dilettarsi con i discorsi, narrando storie sulla giustizia e sulle altre cose di cui parli», Fedro, 276 D-E.
Socrate – «Ma ora ho la netta sensazione che a cadere nel ridicolo sia stato io stesso». «Ridicolo in che senso?» - domandò Glaucone. Socrate - «Ho dimenticato che era tutto un gioco, ed ho parlato con troppa enfasi … Ho finito per dire le cose che ho detto con eccessivo trasporto», Rep. 536 B-C.